Quando si parla di entomologia, è sempre difficile distinguere il lavoro dalla passione. Sia gli entomologi professionisti (quelli che lavorano sugli insetti in centri di ricerca) sia quelli dilettanti (che studiano gli insetti privatamente) sono animati da una grande passione per questi meravigliosi animali.
Eppure tante persone non riescono a capire come mai tanti entomologi ed entomologhe che lavorano come professionisti rientrino a casa sempre così tardi pur essendo innamorati dei loro partner; e ancora di più si chiedono cosa spinge gli entomologi dilettanti, a parità d’innamoramento, a buttarsi sugli insetti nelle ore serali dopo aver trascorso ore di lavoro come ingegnere, operaio, medico, idraulico, architetto o droghiere. Ciò che accomuna queste due diverse componenti dell’entomologia è la passione smodata per gli insetti, quella che J.B.S. Haldane attribuiva al Dio creatore definendola “an inordinate fondness for beetles” (avendo Lui creato oltre 400.000 specie di coleotteri). Comunque ciò può riguardare anche farfalle, libellule, grilli, cimici delle piante, bombi e altri animaletti a sei o più zampe. In realtà una situazione analoga si riscontra anche fra chi si dedica ad altri settori di studio che hanno lo stesso potere di coinvolgimento, sempre non a scopo di lucro, per esempio la malacologia, la paleontologia, l’etnologia e l’archeologia, dove anche coesistono dilettanti e professionisti.
In tutti questi settori, vale sempre la stessa regola: la maggiore competenza dei professionisti rispetto ai dilettanti NON è affatto scontata, anzi molto spesso succede l’incontrario (specialmente su aspetti tassonomici, tecniche di allevamento e documentazione bibliografica). Esistono molti specialisti dilettanti la cui competenza viene riconosciuta anche a livello internazionale in base ai prodotti delle loro ricerche, in particolare le pubblicazioni scientifiche, in cui possono superare i professionisti. Ciò è dovuto almeno in parte alla crescente burocrazia e al sempre più pesante carico di compiti istituzionali nei centri di ricerca, fattori che diminuiscono e frammentano il tempo che un professionista potrebbe dedicare allo studio. Inoltre, la progressiva diminuzione dei fondi destinati alla ricerca, in particolare all’indagine tassonomica di base, disincentiva molti giovani dall’affrontare una carriera scientifica in ambito universitario o museologico e li spinge a coltivare la propria passione in privato. Per fortuna, però, professionisti e dilettanti non sono due mondi separati e privi di dialogo. Molto spesso free lance entomologists e ricercatori universitari o conservatori di musei scelgono di collaborare insieme in progetti di ricerca attraverso rapporti di reciproco beneficio e stima, accomunati dalla stessa “insana” passione.