Nessuno può dire veramente quanti siano gli insetti viventi. Per quanti, intendiamo chiaramente il numero di specie, perché a voler conoscere il numero degli individui, rischiamo di andare oltre i limiti dell’Intelligenza Artificiale (si parla di 10 quintilioni [10.000.000.000.000.000.000] di individui viventi secondo lo Smithsonian Institute). Ritornando comunque a calcoli più semplici, come il numero di specie, lo studio più recente è quello di Nigel Stork del 2018 (basato sulla banca-dati Catalogue of Life) che ci suggerisce le seguenti stime: 1.5 milioni di Coleotteri (l’ordine più numeroso), compresi all’interno di 5.5 milioni di Insetti, a loro volta compresi in 7 milioni di Artropodi terrestri e d’acqua dolce. Queste stime si basano comunque sul fragile dato che le specie di insetti finora descritte e ritenute valide siano circa 386.000 Coleotteri, all’interno di oltre 1 milione di Insetti, all’interno di 1.200.000 Artropodi.
La potenziale fragilità di questi dati si fonda sul fatto che i risultati delle indagini tassonomiche variano molto a seconda dei metodi e dei criteri usati dagli specialisti, per esempio, se vengono usati dati morfologici, molecolari o misti. Inoltre, alcuni autori dicono che il numero di specie ancora sconosciute, che devono quindi essere ancora scoperte e descritte, è molto elevato; altri autori invece sostengono il contrario, ipotizzando un numero elevatissimo di sinonimi, cioè di specie che sono state descritte più volte da diversi autori con nomi differenti e che sono considerate valide solo per mancanza di adeguate verifiche.
Con l’attuale crisi della tassonomia (mancanza di vocazione per la zoologia sistematica fra i giovani correlata anche alla mancanza di fondi e/o posti di lavoro in questo settore) la domanda sembra destinata a rimanere senza risposta almeno per un bel po’ di tempo.
In ogni caso, si ritiene che il numero di specie di insetti rappresenti più del l’80% del numero di specie animali che vivono sul Pianeta. Quindi i nostri idoli a sei zampe rappresentano la maggioranza schiacciante anche a livello tassonomico oltre che come numero di individui e biomassa. In pratica sono proprio loro i dominatori degli ambienti terrestri, mentre risultano estremamente scarsi nel mare, dove gli artropodi trionfatori sono i Crostacei.
Una domanda che viene spesso rivolta agli zoologi è perché gli insetti abbiano avuto un successo così grande nei nostri ecosistemi terrestri. Probabilmente, la risposta giusta sta nelle loro piccole dimensioni che hanno permesso agli insetti di occupare tutte le nicchie ecologiche, quindi i ruoli ecologici disponibili. Tuttavia, bisogna considerare anche altri aspetti. Uno dei più importanti è l’antichità della loro storia che, iniziata probabilmente nell’Ordoviciano (circa 480 milioni di anni fa) e quasi finita con l’estinzione di massa del Permiano, incominciò una lenta ripresa nel Triassico (circa 250 milioni di anni fa), trovando da allora in poi numerose opportunità evolutive. Infatti, a partire dal Cretaceo inferiore (130 milioni di anni fa), la radiazione adattativa delle Angiosperme ha improvvisamente messo a disposizione degli insetti un’enorme quantità di risorse alimentari permettendo ad essi di specializzarsi come consumatori delle attuali 275.000 specie di piante moderne da fiore. Infine, il processo lento di decomposizione delle Angiosperme dopo la loro morte ha favorito l’evoluzione di moltissime specie saproxiliche che fanno parte delle catene ecologiche di detrito. Esse consumano le spoglie delle piante erbacee, il legno morto degli alberi e l’humus del suolo stesso. Un ulteriore aspetto riguarda il successo che almeno certi gruppi tassonomici di insetti hanno avuto trasformandosi in parassiti di altri insetti (come nel caso di molti Imenotteri e Ditteri). Molti insetti hanno poi invaso la vita intima dei Vertebrati, approfittando dell’evoluzione dei mammiferi, degli uccelli e dei rettili moderni. Basta pensare al numero elevato di parassiti fra i Ditteri, Sifonatteri, Mallofagi e Anopluri (quindi mosche/zanzare, pulci, pidocchi degli uccelli e pidocchi dei mammiferi).