Ali belle e fantasiose nelle farfalle che in primavera danzano sui prati fioriti; corpi leggeri di fate nelle libellule che vibrano al sole sugli specchi degli stagni e presso le sorgenti; corazze scintillanti da guerrieri medievali negli scarabei che appaiono all’improvviso come oggetti di metallo prezioso sui tronchi degli alberi o in mezzo al letame [è da qui che nascono i fiori…ricordate Mogol?]; livree marziali, gallonate ed eleganti fra le vespe, le api, le volucelle e le mosche cavalline che attraversano rapidamente le radure. Queste sono le immagini che ricordano a molte persone, anche se non sono entomologi, come possono essere fatti gli insetti. E’ il segreto della chitina, la sostanza di cui sono composti i loro corpi meravigliosi, la stessa duttile materia che ha saputo, grazie alla magia dell’evoluzione, dare vita a forse più di un milione di specie animali, talmente diverse fra loro che viene da chiedersi sempre ad ogni incontro … ma anche questi sono insetti? Miracoli della vita e del tempo: più di 400 milioni di anni attraversati da processi evolutivi lunghissimi che vanno avanti anche oggi fra innumerevoli eventi di speciazione e di estinzione, e poi ancora di speciazione (per riempire le nicchie che rimangono vuote) e di nuovo estinzione, che vedranno sicuramente gli insetti protagonisti di nuovi paesaggi abitati, anche dopo la possibile scomparsa dell’uomo, fino a che esisterà il pianeta azzurro.
Eppure, la maggior parte della gente si limita a guardare gli insetti con distrazione e ripugnanza, paura del contatto visivo e tattile, inspiegabile voglia di sterminarli: “che cosa aspettano a distruggerle queste bestiacce… con le nostre tecnologie moderne potremmo liberarcene facilmente!”.
Gli insetti non hanno molti ammiratori per due ragioni. La prima è colpa loro: sono troppo piccoli e sfuggenti. Se gli insetti fossero più grandi e fuggissero di meno all’umano sguardo, forse la loro bellezza si rivelerebbe molto più facilmente. La seconda ragione è colpa della mente umana: i primati umani moderni e soprattutto modernizzati sono troppo ignoranti sul mondo degli insetti e della natura in generale. E sono anche poco desiderosi di imparare. “Perché dovrei imparare a vedere e a conoscere ciò che le altre persone ignorano e giudicano negativamente?” Frase che nasconde una catasta di falsi valori acquisiti per imitazione, squallide convenzioni sociali e angosciose paure: presunzione di ignoranza, timore di perdere la sicurezza di appartenere alla normalità, paura di ricredersi e poi dover difendere le proprie convinzioni davanti a una folla ostile, insomma finire come Socrate, Giordano Bruno, Giovanna d’Arco, ecc… Gli umani del mondo reale non sono eroi ma semplici codardi.
Per queste due ragioni e colpe, messe insieme, i primati umani si perdono tanti preziosi spettacoli della natura, soprattutto quelli del microcosmo entomologico: quante persone hanno mai osservato una zanzara che si pulisce il pungiglione alla luce del tramonto, scoprendo le sue forme fragili e delicate, grazie alla potenza di una lente? chi ha mai guardato i piccoli coleotteri impollinatori che assaporano gli stami e il calice che li nutrono, in mezzo ai petali di un fiore? chi ha mai provato a rivolgere la lente su un ramoscello di rosa o di oleandro? Non per vedere i fiori, perché questi sono già ben appariscenti, ma per guardare i piccoli e delicati afidi, con i loro corpicini color verde o arancione, che si prestano pazientemente ad essere munti dalle formiche o divorati dalle coccinelle? Vere lezioni di vita spietata e di ecologia. Senza ipocrisie e false morali.
Comunque, ci sono innumerevoli modi di essere un insetto e di accontentare il gusto estetico degli esseri umani che finalmente imparano a vedere qualcosa di nuovo e antico nello stesso tempo. Fra i coleotteri non ci sono soltanto scarabei dalle pesanti armature ma anche snelli carabi dalla corazza leggera ed elegante, come cavalli medioevali le cui antenne sembrano prestarsi come briglie. Allevandoli in terrario possiamo osservare i loro costumi alimentari da piccoli predatori, lupi in miniatura del prato sotto casa, con la capacità di digerire il corpo di lumache e lombrichi scaricando loro addosso enzimi proteolitici. Altre lezioni di vita e di ecologia.
Anche in uno stagno si possono trovare grossi coleotteri dai costumi alimentari antitetici: giganteschi igrofili che divorano in una notte tutte le piante del vostro acquario e grossi ditischi che fanno sparire i girini come se fossero ulive nere farcite. Altre lezioni di ecologia e vita, senza troppe ipocrisie.
Sempre in terrario potremmo tenere una femmina di forbicina dall’addome rigonfio, e poi vederla fare un mucchietto di uova bianche e lucide. E guardarla mentre le bagna con la saliva per inumidirle come se fosse attraversata da amore materno (… e se fosse veramente tale?). In ogni modo, la madre si mantiene vicino a loro e non manca di sollevare i cerci verso l’alto in caso di difesa verso un’eventuale minaccia. E poi potremmo osservare l’accoppiamento di due mantidi, con la femmina, più grande, che non manca di divorare il maschietto di una sola notte (una botta e via), incominciando dalla testa; e gli insetti stecco, invisibili di giorno, che si accontentano di divorare foglie di rovo alla luce della luna.