Skip to content Skip to footer

La tassonomia è la base della classificazione degli esseri viventi e come tale è indispensabile a tutti gli studi biologici sui Regni della Vita. L’importante missione della tassonomia è fare in modo che ogni specie vivente (ritenuta tale in base al parere degli specialisti di quel gruppo almeno su base morfologica) abbia rapidamente un nome compatibile con i criteri stabiliti dal Codice di Nomenclatura Zoologica (nel caso degli Animali), dei campioni di riferimento (detti tipi, con la loro localizzazione geografica), una descrizione morfologica, e una iniziale assegnazione a una serie di categorie superiori gerarchizzate (di cui le principali sono genere, famiglia, ordine, classe, phylum). Tale trattamento di base rende la specie facilmente rintracciabile dai sistematici che si occupano della ricostruzione filogenetica con studi su base molecolare o morfometrico-geometrica, e da chiunque sia interessato ad esplorarne l’areale, il ruolo ecologico, il comportamento, la biologia riproduttiva, le relazioni interspecifiche e il rapporto con le attività umane.
In realtà la tassonomia è la fase iniziale della sistematica e serve principalmente per nominare i taxa e stabilire i tipi (cioè gli esemplari di riferimento su cui la specie viene descritta), cercando di evitare confusione fra le specie, seguendo le indicazioni del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica. I principali motivi che possono generare problemi sono le sinonimie e le omonimie, soprattutto per le specie descritte nelle decadi passate, a causa delle difficoltà di comunicazione allora presenti fra gli specialisti, la scarsità di illustrazioni nelle riviste antiche e la perdita dei tipi dovuti a vari motivi fra cui le guerre e gli incendi.
Molti si domandano perché ancora oggi, nonostante le norme e le indicazioni del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica, si riscontrano cambiamenti nel nome delle specie (epiteto specifico) o anche in quello generico. Si tratta di due argomenti ben distinti: gli epiteti specifici cambiano nel caso in cui si scoprono sinonimie esaminando con cura i tipi delle diverse specie oppure quando si rinvengono tipi che si ritenevano persi, secondo quanto detto prima. Invece, i cambiamenti di genere hanno un significato filogenetico e quando studi approfonditi ridefiniscono le relazioni di parentela fra le specie. Spesso l’assegnazione generica delle specie avviene nel corso di revisioni sistematiche che oltre all’approccio morfologico trovano supporto nello studio delle sequenze geniche.

Ovviamente molti entomologi, soprattutto dilettanti, non avendo a disposizione laboratori con appositi strumenti per lo studio del DNA, lavorano soprattutto a livello morfologico, occupandosi dell’identificazione delle specie e della loro distribuzione geografica ed ecologica, nonché della descrizione di nuove specie. Tuttavia, attraverso approcci diversi come la cladistica, la tassonomia numerica e la morfometria geometrica, alcuni di essi talvolta riescono con successo a raggiungere risultati congruenti a quelli ottenuti dalle analisi molecolari. Ciò non deve essere visto come una contrapposizione tra i due mondi (dilettanti e professionisti) ma come due percorsi paralleli per raggiungere gli obiettivi preposti, talvolta come progetti separati, altre volte in stretta cooperazione scientifica fra università, musei e abitazioni private.
Ai dilettanti bisogna riconoscere tre cose molto importanti: 1) l’esperienza basata sullo studio di moltissimi esemplari provenienti da collezioni private, ottenuti attraverso una rete di scambi di campioni o di dati raccolti in tante località; 2) la passione per lo studio degli insetti che permette di far partire un progetto subito (senza bisogno di un periodo di formazione) e prolungare l’indagine su un gruppo tassonomico se necessario; 3) l’intuito che permette di scegliere, fra tante specie, quelle che probabilmente sono davvero imparentate filogeneticamente, sulla base dell’esperienza pregressa maturata dallo specialista di un gruppo; 4) l’autofinanziamento di spedizioni e il tempo di lavoro umano impiegato per la raccolta di nuovi campioni e per la mano d’opera nel lavoro di preparazione, cartellinatura, fotografia allo stereoscopio ed eventuale dissezione dei campioni stessi. In pratica, grazie all’esistenza degli entomologi dilettanti, la conoscenza scientifica può progredire molto più velocemente che attraverso l’iter di un progetto di ricerca universitaria privo del loro aiuto.