Gli insetti impollinatori sono sempre più spesso presenti nei mezzi di comunicazione di massa. E va bene che sia così perché hanno la loro importanza. Invece, poco o niente viene detto sulla categoria ecologica dei decompositori della sostanza organica. Se questi insetti non ci fossero, la superficie della terra sarebbe una grande discarica di vegetali morti e animali in putrefazione, oltre che di escrementi, quindi una biomassa in decomposizione che ostacolerebbe la ricrescita delle piante e favorirebbero la diffusione di malattie infettive. Il ruolo degli insetti che continuamente consumano o sotterrano la sostanza organica e la trasformano in humus fertile con l’aiuto di lombrichi, batteri, funghi e altri organismi, è di fondamentale importanza e dovrebbe trovare un maggior riscontro sui media. Ciò farebbe riflettere le persone, anche da questa prospettiva, sui danni all’ambiente e alla salute provocati dai pesticidi e dalla lotta biologica poco selettiva (tipo Bacillus thuringiensis) che viene spesso praticata oggi.
Esistono tre principali categorie di decompositori: saprofagi, coprofagi e necrofagi.
La prima categoria (saprofagi) comprende le specie che consumano la sostanza organica già ridotta a detrito, cioè a particelle di piccole dimensioni e pronte ad essere mescolate con il suolo. Fra gli insetti esistono molte specie di blattoidei e coleotteri di numerose famiglie (fra cui tenebrionidi e scarabeidi). Tra essi possiamo distinguere due sottocategorie: i decompositori di superficie, che camminano in continuazione sul terreno consumando direttamente i detriti che trovano, e i decompositori della lettiera, che vivono immersi nell’accumulo di fogliame che si trova soprattutto in ambienti forestali. Inoltre esistono i saproxilofagi, una sottocategoria di saprofagi, anch’essi prevalentemente forestali, che vivono nelle cavità dei vecchi alberi cavi oppure sotto i tronchi caduti, favorendo la decomposizione della lignina.
La seconda categoria (coprofagi) comprende le numerose specie che si nutrono degli escrementi e che quindi liberano la superficie del suolo consumandoli o interrandoli. Famosi sono stati i grandi progetti di introduzione di scarabeidi coprofagi africani in Australia e negli Stati Uniti, realizzati con enormi costi per aumentare la fertilità del suolo e la ricrescita delle piante foraggere in ambienti inadatti alla pastorizia bovina ed equina. Con risultati positivi e negativi nello stesso tempo.
La terza categoria (necrofagi) comprende tutti gli insetti (silfidi, trogidi, scarabeidi, ecc.) che fanno scomparire in breve tempo le carcasse degli animali dalla superficie del suolo. La loro funzione viene svolta insieme a necrofagi non insetti, per esempio avvoltoi e corvidi, iene e sciacalli, alcuni dei quali stanno scomparendo per numerosi motivi.
Purtroppo i media ci propongono sempre l’attenzione agli animali che (secondo loro) ci procurano danni e mai a quelli (molto più numerosi) che ci garantirebbero un ambiente sicuro e stabile. Con questo sito speriamo anche di colmare queste lacune di informazione.