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Lampyris – Comunicazioni on line di entomologia e natura
(esperienze, riflessioni, ricordi e progetti fra entomologi e naturalisti)

 a cura dell’Associazione Romana di Entomologia

Che cosa è Lampyris, da chi è scritta e a chi è dedicata

Da tempo, al Comitato di Redazione e nelle riunioni tra soci ARDE si parlava di attivare uno strumento on line di comunicazione scritta, senza vincoli di periodicità e di stile, da cui diffondere le proprie esperienze e riflessioni su temi di entomologia e natura. Uno strumento di comunicazione trasversale su argomenti che un entomologo, qualunque sia la sua specializzazione tassonomica, gradirebbe trovare, approfondire e magari rispondere con un proprio contributo. Si tratta quindi di contribuire a un’attività di divulgazione scientifica reciproca e di scambio attraverso un filo che collega tutti noi su argomenti naturalistici e culturali purché collegati al mondo degli insetti. Dunque un modo di comunicare fra noi attraverso l’insana passione che ci caratterizza e ci spinge ad esplorare per conoscere, osservare per capire e imparare per insegnare.

In pratica, Lampyris sarà una raccolta di comunicazioni, che arrivano alla redazione sotto forma di documenti videoscritti, più o meno lunghi, possibilmente illustrati da foto e/o disegni. Questi documenti, una volta approvati dai responsabili, vengono uniformati e trasformati in file pdf indipendenti e infine scaricati su un archivio (directory) aperto a tutti. I documenti di cui sopra sono dedicati da entomologi ad altri entomologi, con la speranza che, grazie a oculate parole chiavi inserite dalla redazione, vengano poi letti anche da altri naturalisti e da chiunque riesca a trovarli nella giungla di internet. Scopo dell’archivio è leggere e far leggere le nostre esperienze a chiunque è interessato, sperando che li utilizzi a beneficio della cura per l’ambiente e della sua biodiversità. I contenuti possono essere forme di comunicazione libera e disseminazione di conoscenze, raccolta di fatti e di idee, eventi accaduti nei propri allevamenti, o esperienze sul campo, attraverso racconti di viaggi spericolati tra foreste e deserti o di tranquille passeggiate e meditazioni nei boschetti dietro casa. Tutto ciò che ispira gli entomologi è ben accolto, in quanto frutto di reali esperienze che li fanno riflettere tra i frammenti residui della grande biodiversità naturale, dall’informazione alla filosofia, attraverso memorie e fantasticherie, scienza e arte, fotografia e disegno, tecnica e teoria. E’ un banco di prova per entomologi che sono interessati a scrivere, se lo vogliono, rivelando aspetti della propria creatività nascosta, poiché sappiamo bene quanti di loro siano impregnati di genialità ma tendano a mantenerla occulta dietro una facciata di vetrinette piene di insetti spillati. E sappiamo anche che molti di coloro che non amano scrivere ed esporsi troppo, provano comunque piacere e interesse a leggere le testimonianze degli altri.

Per stimolare la produttività dei soci, nel periodo successivo suggeriamo alcuni argomenti che alcuni potranno scrivere e caricare nel grande ventre di una piccola lucciola (anche in forma anonima), mettendolo a disposizione di chiunque, mentre altri potranno leggerli o scaricarli nel proprio computer. Tutto nasce dalla metafora della lucciola che attraverso la sua modesta capacità di far luce lascia una traccia del proprio percorso illuminando il sentiero di chi la segue. Lucciola maestra di vita, che il grande maestro Omero Castellani aveva saggiamente scelto nel 1945 come simbolo dell’associazione per i ragazzi di borgata che lo seguivano nei campi intorno ad Acilia dopo la scuola.

Ecco qualche idea da sviluppare e su cui cimentarsi: esperienze su tecniche per la ricerca di laboratorio e sul campo, la fotografia, la pittura e lo studio degli insetti; esperienze su tecniche per la preparazione e la conservazione dei campioni; esperienze su l’identificazione delle specie su base morfologica, con cenni sugli approcci molecolari; esperienze su trappole tradizionali o innovative per la cattura di specie elusive; esperienze di mantenimento di insetti in terrario e acquario con osservazioni sull’alimentazione, la riproduzione e la metamorfosi; osservazioni sulla vita degli insetti in natura; esperienze e riflessioni sui comportamenti delle specie (ricerca del cibo, istinto e apprendimento, attività sessuale, corteggiamento e minacce, deposizione delle uova, scelta dei siti di deposizione, comunicazione intraspecifica); esperienze e riflessioni su forme e colorazioni criptiche e aposematiche (criptismo, fanerismo, mimetismo, livree giovanili); diari di escursioni entomologiche giornaliere; reportage di spedizioni scientifiche a breve e lungo termine in Italia e in paesi esteri; racconti di viaggi naturalistici dove si parli anche di insetti e non solo di mammiferi e uccelli; interviste con persone incontrate in giro per il mondo e dialoghi con loro sugli insetti; ricordi di viaggi che risalgono ad anni passati, comparando luoghi che ancora resistono o che non esistono più; commemorazioni di entomologi del passato; riferimenti ad altre persone che hanno trattato degli insetti attraverso la narrativa o forme di comunicazione artistica (letteratura, teatro, cinema, arti figurative e musica); ricordi dei primi incontri, quelli decisivi, con gli insetti, quando eravamo bambini o adolescenti; riflessioni sulle motivazioni che ci hanno spinto a conoscere il loro mondo e a continuare nonostante le difficoltà date dall’incomprensione che ci circondava; l’entomologia come atto di ribellione sempre, inconscia o consapevole che sia; esperienze sulla rarefazione degli insetti a livello locale e ipotesi di lavoro sui fattori di minaccia che impoveriscono le loro popolazioni, con esempi su determinate specie in determinati contesti ambientali; riflessioni su come e quanto la nostra impronta ecologica influisce sulla rarefazione degli insetti; osservazioni sulle relazioni interspecifiche tra insetti e altri animali (uccelli, rettili, anfibi, pesci, mammiferi, altri invertebrati); osservazioni su equilibri e squilibri nelle catene alimentari che ci sembrano prodotti da cause antropiche o naturali, come l’espansione dell’agricoltura intensiva e dei campi da golf, la scomparsa della pastorizia, l’abbassamento delle falde freatiche (impatto di irrigazioni e piscine); la deforestazione e la scomparsa dei vecchi alberi cavi, ecc.

Eventuali esperienze o ipotesi su “paradossi ecologici” sono anche ben accolte. Ad esempio: impatto del rimboschimento sulla scomparsa delle radure e della loro biodiversità; l’aumento di specie, anche native, che stanno incrementando le loro popolazioni perché favorite dall’uomo e che hanno un impatto negativo su altri animali, in particolare sulle biocenosi entomologiche; l’abbandono della campagna e la conseguente scomparsa degli stagni permanenti (pozze di irrigazione e abbeveratoi); l’abbandono della pastorizia e l’impatto di questo fenomeno sulla scomparsa delle biocenosi coprofaghe e necrofaghe; l’aumento della dispersione degli insetti o degli stagni temporanei, grazie alle inondazioni; il ripristino automatico di habitat caldo-aridi e l’aumento di specie xerotermofile come risposta ai cambiamenti climatici; l’impatto ambientale delle turbine eoliche e dei pannelli solari sulla fauna; l’impatto della lotta biologica sulla fauna entomologica autoctona; esperienze sul contributo degli insetti al dibattito fra chi mitizza la natura vergine e chi idealizza il ruolo dell’uomo per salvare il Pianeta.

Su Lampyris non dobbiamo aver timore di esporre ciò che pensiamo su una propria esperienza perché rimane scontato che non si tratta di pubblicazioni, tantomeno di lavori scientifici ma di libere “conversazioni scritte” aperte alla discussione. Beninteso, l’esperienza porta sempre il naturalista a immaginare dei possibili meccanismi di causa-effetto, che rappresentano utili ipotesi di lavoro da cui possono scaturire delle ricerche. Chi lancia certe idee potrebbe ricevere proposte di collaborazione per trasformarle in ricerche scientifiche; oppure lascerà che altri in seguito abbiano i mezzi e la volontà per testare queste ipotesi scientificamente per dimostrare la loro validità.

Ogni file pdf conterrà una sola comunicazione, firmata da uno o più scriventi, ciò per facilitare la ricerca per temi, gruppi tassonomici, aree geografiche e persone. Eventuali comunicazioni degli Atti sociali, del Consiglio direttivo, della Segreteria, del Bibliotecario e dei gruppi di lavoro, o attività di singoli soci (avvisi di conferenze, progetti, ecc.), potranno invece essere inserite assieme, in forma più estesa rispetto a quanto avviene sul Bollettino, in un singolo pdf una tantum, intitolato Atti sociali e attività dei soci di ciascun anno. In questo modo, gli eventi potranno essere comunicati a tempo debito e non dopo che sono avvenuti (come spesso avviene oggi per quanto riguarda il Bollettino), potranno essere descritti più ampiamente, e risulteranno reperibili molto più facilmente, sia prima che dopo il loro svolgersi. Le recensioni di libri e i necrologi formali, continueranno invece ad essere pubblicati sul Bollettino.

Come si scrive su Lampyris

I pdf delle comunicazioni vengono ordinati con un numero progressivo seguito dall’anno in cui vengono inseriti nell’archivio di Lampyris (1/2024; 2/2024; 3/2024 e così via), quindi riuniti in cartelle che contengono tutti gli scritti ricevuti nello stesso anno. Per il momento, non c’è limite al numero di scritti che possono essere pubblicati in un anno. I lettori possono trovare le comunicazioni già uscite, aprendo le cartelle e cliccando sulla comunicazione di loro interesse, in base al titolo oppure usando un apposito motore di ricerca. Nel motore di ricerca andranno inseriti il numero progressivo della comunicazione e l’anno oppure il cognome degli autori e l’anno, oppure parole chiavi scelte di volta in volta dal Comitato di Redazione. I soci potranno riferirsi a precedenti comunicazioni sullo stesso argomento se intendono continuare la discussione sullo stesso argomento. Non sono ammesse polemiche e termini offensivi verso gli autori e altre persone eventualmente citate negli articoli. La Redazione si riserva il diritto di non accettare le comunicazioni che non rispondano ai criteri espressi in questo documento.

Gli autori di nuove comunicazioni possono ispirarsi leggendo gli articoli precedenti, cercando di uniformarsi nello stile della narrazione e della grafia. Inoltre, qui di seguito, forniamo delle semplicissime norme redazionali a cui gli autori delle comunicazioni dovranno attenersi per facilitare il lavoro di uniformazione da parte del responsabile di turno.

Gli articoli vanno scritti in italiano, con un linguaggio semplice, evitando l’eccessiva ridondanza di termini tecnici. La divisione in parti del testo è libera e senza rientri; i titoli delle parti stesse vanno allineati a sinistra. Articoli in lingue molto diffuse nella comunità europea (inglese, francese, spagnolo) possono essere presi in considerazione, nel caso di eventuali reportage di grande interesse. Il testo va scritto in Word su una sola colonna e con modalità continua, cioè senza spezzare le parole con il trattino e senza andare a capo alla fine di ogni riga se il paragrafo non è completato. I nomi di genere, sottogenere e specie vanno in corsivo. Quest’ultimo può essere usato anche per parole che appartengono a un’altra lingua. Evitare di scrivere parole tutte in maiuscolo e di usare note a fondo pagina. La numerazione delle pagine, i rientri e la spaziatura dei testi sono compito della redazione. Si prega comunque di salvare i testi come Calibri 12. In fondo all’articolo, a destra, vanno inseriti la data completa di invio del contributo (in cifre gg/mm/aa: 00/00/00) seguita da nome e cognome dell’autore o degli autori, senza titoli e affiliazioni (ciascuno con un recapito email se si è disposti a essere contattati). Eventuali riferimenti bibliografici, se considerati necessari, vanno ridotti al minimo, seguendo le norme redazionali del Bollettino. Per illustrare la comunicazione, gli autori sono incoraggiati a fornire belle figure (foto o disegni), presentati come file a parte (esclusivamente in formato .JPEG o .TIFF). Queste richiedono una breve didascalia che inizia con il numero della figura (Fig. 1) e termina con il nome dell’autore delle figure stesse fra parentesi. Non trattandosi di pubblicazioni, non sono previste spese di stampa.

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