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Siamo seri, difficile far capire che parlare di insetti significa parlare di evoluzione di ecologia, di fisiologia, di etologia, di biochimica, di fisica; di scienza, insomma. Centinaia di anni di incultura scientifica ci hanno portato ad un livello stratosferico di ignoranza per i fatti della scienza e, all’interno della scienza, ad un senso di assoluta ignoranza per tutti quei viventi che non possono essere assimilati a organismi con quattro arti come noi e coperti di pelo, di piume o di squame. Il “biological divide” tra vertebrati e invertebrati è un fatto che dovrà essere studiato sul piano antropologico oltre che su quello psicologico. Il rapporto tra Vertebrati e Invertebrati è assolutamente a favore di questi ultimi. Tra gli animali che vivono sulla terra, i Vertebrati raggiungono appena il 3% delle specie note e in questo 3% ci sono tutti i mammiferi, gli uccelli, i rettili gli anfibi e i pesci del mondo. Grazie a questa percentuale non si sbaglia se si afferma che i vertebrati siano in realtà “l’errore statistico” dell’evoluzione. Il 97 % degli animali appartiene agli Invertebrati che hanno una struttura corporea e organizzativa tra le più complesse e disparate. Ora togliamo da questi invertebrati spugne, meduse, vermi, lombrichi, lumache, millepiedi, ragni, acari e simili e il 97% di cui sopra diventa il 75%. Bene, che ci crediate o no, questo 75% di essere viventi è fatto solo di insetti: 900.000. Un numero sterminato di specie diverse, un numero incredibile di forme di vita di cui, eccezion fatta per alcune specie di farfalle (non tutte), per alcune specie di coccinelle e per le api e le zanzare, la gente ignora l’esistenza oppure, se ne ha conoscenza ha provato sempre un senso di insofferenza se non, spesso, addirittura ribrezzo.